Leggere per conto proprio oppure vedere in molti, immaginare col pensiero o partecipare col corpo; queste le modalità fondamentali che, nella modernità, hanno definito e nello stesso tempo distinto il lettore di libri e lo spettatore di teatro. In realtà, quando nella parola scritta o nel gesto di un attore, i suoni, i sapori, gli odori e le immagini evocati da una storia prendono forma sensibile nella memoria del corpo, allora il lettore di libri, come lo spettatore di teatro, vivono il medesimo incanto. Quell’incanto raro e stupito che si prova unicamente nel riconoscere, in una sensazione inaspettata, qualcosa che ci appartiene intimamente, che costituisce parte della nostra identità più profonda e della nostra storia più vera. Un piacere che trova poi un canale privilegiato di trasmissione nella forma più antica del tramandare storie, nella madre comune di ogni successiva modalità di lettura e di visione: il racconto.
Attorno al fuoco centrale del racconto la parola orale e la tradizione scritta, il nucleo mitico della collettività e il vissuto della memoria individuale si saldano a vicenda, riunendo spettatori e lettori in un unico orizzonte di ascolto partecipato. Di qui il tentativo di ricomporre in questo libro, nella matrice comune di un racconto, la figura di un ascoltatore che possa essere ad un tempo lettore di una storia e spettatore di uno spettacolo. E di qui anche il riferimento, in questo tentativo, a Marco Baliani, protagonista della ricerca teatrale contemporanea, straordinario raccontatore di storie e autore di spettacoli di narrazione, uno dei quali, Tracce, viene qui ricomposto. Il risultato non vuole essere la trascrizione di uno spettacolo e neppure un libro che parla di teatro, ma teatro che si fa raccontare in un libro.
di Fabrizio Fiaschini e Alessandra Ghiglione
di Marco Baliani
Edizioni Loggia De’ Lanzi, Firenze
Aprile 1998