IL SOLE È UN’IGUANA GIALLA

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drammaturgia e regia Marco Baliani

con Mirto Baliani, Paola Crecchi, Emiliano Curà, Davide Doro, Claudio Guain

scene e musiche Mirto Baliani

luci Vincent Longuemare

costumi Patrizia Caggiati

 


Il sole è un’iguana gialla è la storia di una rivolta.
La storia di un ragazzo che graffia i muri della prigione urbana dove vive, per lasciare un segno di esistenza. Contro il mondo, le sue convenzioni, le sue oppressioni. Oggi come ieri. Pagandone il prezzo. Anche per quelli che dormono e accettano.

È una ballata acida sul filo del rasoio, sul cornicione a due passi dal baratro dove di solito si appostano gli angeli.
In una città, da tempo non più illuminata dal sole, grigia, inquinata, spettrale, tre ragazzi hanno stretto un’amicizia difficile.

Uno è l’imbratta muri che tenterà la rivolta del segno, l’altro è il cantore che narrerà la storia, l’ultimo è il traditore che romperà il patto per paura e per soldi.
L’imbratta muri ha un sogno che crede si realizzerà e con cui trascina gli altri due: quando sarà riuscito a segnare sui muri della città per cento volte l’immagine di un sole a forma di iguana, il sole arriverà davvero e tutto cambierà.
La madre del ragazzo vive con la paura che il figlio voglia volarsene via, lo opprime opprimendo prima di tutto se stessa.
Ci sarà un barbone dei bassifondi, ignorante e analfabeta, che difenderà il ragazzo dagli attacchi di bande o di poliziotti assassini, tutte le volte che per segnare il sole sul muro il ragazzo sarà costretto ad entrare in zone proibite.

Ogni tanto la città è percorsa da annunci video, immagini, slogan con cui il sistema occulta lo squallore del reale.
Alla fine, quando manca solo l’ultimo sole, ci sarà il tradimento, ma forse il segno dell’iguana diventerà un simbolo ancor più potente.
Uno spettacolo di segni e linguaggi che si intersecano, con dialoghi brevi e serrati, di scene composte per quadri, come le strisce di un fumetto di Danijel Zezelj.

 

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