SOLE NERO

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dall’omonimo romanzo di Gina Negrini

 

di e con Maria Maglietta

regia Marco Baliani

drammaturgia Maria Maglietta e Marco Baliani

collaborazione drammaturgica Alessandra Ghiglione

tecnico luci Andrea Mordenti

collaborazione all’allestimento Maurizio Casali

coordinamento organizzativo Antonella Aresu

produzione Trickster Teatro BricconidiviniAccademia Perduta/Romagna Teatri

si ringrazia il Festival Inequilibrio 98 di Castiglioncello

 

 

Un’attrice si fa veicolo di una memoria autobiografica e percorre le tappe che portano una donna dall’infanzia verso la scelta di divenire combattente per la Resistenza, percorrendo paesaggi interiori e pianure reali, la fame vera e quella più nascosta di una giustizia che non si vede ma che si percepisce come cibo necessario, una voglia di libertà solo intuita, non ideologica ma concreta terrena e soprattutto femminile. Questo percorso attorale è infatti in primo luogo il tentativo di dare voce al contenuto femminile del resistere, ben oltre i limiti della guerra e della persecuzione. Come a cercare uno sguardo diverso su vicende a noi ancora prossime e però quasi sempre lette attraverso filtri politici, ideologici e comunque maschili. Qui c’è all’opera un agire femminile che è innanzitutto una storia, una storia umana che attraversa quegli anni col passo necessario al vivere e sopravvivere quotidiano: dalla condizione di un sottoproletariato urbani in quartieri degradati di Bologna ai primi sussulti adolescenziali, all’istinto che porta la narratrice verso quegli strani tipi che si chiamano partigiani, ad una iniziazione rocambolesca e tragica, al ruolo di staffetta e via via alla fine della guerra, all’amore per un soldato russo, al sogno di un’altra terra e un’altra libertà, alla delusione cocente quando tutto torna come prima, ai sogni di colpo sottratti, all’ultima odissea attraverso un’Europa dilaniata e ferita, per un ritorno a casa che non ha nulla di eroico.

È una storia così intrisa di vita che basta da sola a narrare un intero periodo del nostro passato prossimo, lasciando in sospeso domande che ancora oggi non hanno avuto risposta.


 

NOTE DI REGIA

Il percorso che ha portato a questo spettacolo si è svolto nella prima metà del mese di giugno a Castiglioncello, ospitati dall’associazione Armunia nel Castello Pasquini all’interno del Festival Inequilibrio 1998. Nella seconda metà di giugno e a novembre siamo stati invece al Teatro Goldoni di Bagnacavallo, nel luogo di produzione del Centro Teatrale Accademia Perduta Romagna Teatri. Ma l’origine del progetto è ancora più lontana: nell’estate 1995 al festival Drodesera presentammo lo spettacolo Anni di vento, che era una costellazione di storie femminili sulla Resistenza con tre attrici e un attore.

Sole Nero è uno spettacolo che ancora insiste sulla necessità della memoria, ma di una memoria attiva, che non è solo testimonianza, una memoria narrante che rivendica nell’atto contemporaneo del raccontare quelle sostanze, le stesse pulsioni, reinterpretandole e facendole ancora vivere. Vorremmo investigare quante e quali forme teatrali l’oralità del narrare può generare, in quale modo la personale esperienza e sensibilità di un’attrice può ‘scoprire’ un testo, e in particolare dare spazio all’incontro tra due donne: quella che si narra nel libro autobiografico e quella che si cerca attraverso la parola e l’azione sulla scena. Da questa relazione tra due diverse scritture femminili nasce nel lavoro una drammaturgia attenta alla leggerezza e alla densità dell’esperienza umana, dove la tragedia di un destino è riattraversata con determinazione e dolcezza insieme.

L’andamento teatrale non segue un percorso lineare, ma ‘salta nel tempo’. Per questo abbiamo cercato una forma che permetta all’attrice di spostarsi come su tanti universi paralleli, ove l’infanzia del personaggio è ancora dentro la donna adulta, dove un gesto apparentemente lontano nel tempo acquista un improvviso valore fondante, ritorna, diviene disegno di un tessuto da compiere.


NOTE DI MARIA MAGLIETTA

NOTE DI LAURA MARIANI

SOLE NERO: IL LIBRO DI GINA NEGRINI

TRICKSTER TEATRO: LE TAPPE DI UN PERCORSO ARTISTICO

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