Reading – Marco Baliani https://www.marcobaliani.it Fri, 10 Nov 2023 08:46:32 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.3.4 QUEL GIORNO https://www.marcobaliani.it/quel-giorno/ https://www.marcobaliani.it/quel-giorno/#respond Fri, 13 Oct 2023 06:19:26 +0000 https://www.marcobaliani.it/corso-per-attori-fare-teatro-2/ Memorie del 16 ottobre 1943

 

testo e regia Marco Baliani

drammaturgia Maria Maglietta

Con  Lino Guanciale e Sandra Toffolatti

produzione Teatro di Roma – Teatro Nazionale 

 

DEBUTTO

16 ottobre 2023 / ore 21 / Teatro Argentina (Roma)

ingresso libero fino ad esaurimento posti

Lo spettacolo sarà trasmesso in diretta anche su RaiRadio3 – Ascolta il promo

REPLICHE

Lo spettacolo sarà poi ripreso al Teatro India dal 25 al 29 ottobre 2023, con gli attori Sandra Toffolatti e Francesco Villano (recite alle 20, la domenica alle 18) 

 

La lotta dell’uomo contro il potere è la lotta della memoria contro l’oblio
Milan Kundera
Le memorie di quella giornata terribile del nostro passato prossimo sono quasi indicibili, come sempre accade quando la sottile superficie del vivere si incrina facendoci precipitare in un abisso, sottraendoci il pensiero, annichilendo il raziocinio. Ma con ogni mezzo occorre sempre cercare di nominare l’innominabile per non perderlo nella facile revisione del passato, nella negazione dei fatti accaduti, nella rimozione delle azioni perpetrate.

All’alba di quel 16 ottobre di ottant’anni fa il terribile si manifesta nel Ghetto Ebraico di Roma, sorprendendo gli animi, rompendo la straordinaria quotidianità di una vita regolata, pur in quei difficili tempi di guerra, da un intreccio di affetti, di convivialità, di pratiche religiose.

In un tessuto umano così ricco di tradizioni, l’orrore si manifesta come qualcosa di smisurato, che sopravanza ogni possibile tentativo di darsi una spiegazione. L’odio contro la diversità di un popolo prende la forma del sequestro della dignità, della riduzione degli esseri umani a “cose”, al di fuori per sempre da qualsiasi senso di umanità.

Viene chiamato quel giorno “rastrellamento” ma non sono foglie secche di un giardino ad essere rastrellate ma corpi e anime di esseri viventi che fino al giorno prima ancora erano convinti, pur in mezzo a timori e angosce, di appartenere al grande consesso dell’umanità. Fino a quel giorno ancora parlavano, discutevano, i bambini giocavano, insomma vivevano.

La giornata del 16 ottobre 1943 è composta di racconti, di cronache, di giornalismo intelligente, c’è un’oggettività dei fatti, quelli che Giacomo Debenedetti riesce a farci toccare con la sua splendida prosa.  Ma il giorno prima del 16 ottobre è invece racchiuso nell’interiorità degli animi, nelle case, nei timori o nelle speranze, nella invisibile profondità dei cuori, nella minuta conduzione dell’esistenza

Attraverso la forza del teatro vorrei trovare le voci di alcuni personaggi che agiscono nelle ore dei giorni precedenti la retata, fino a quell’alba fatidica quando le squadre naziste irrompono nelle case. Ricordando la lezione di Italo Calvino quando diceva che solo raccontando le piccole storie si può riuscire a illuminare di luce nuova la Storia grande vorrei dare la parola teatrale a un bambino di nove anni, una ragazzina alle soglie dell’adolescenza, un giovane uomo, una giovane donna, un marito e una moglie.

In scena ci sono due attori, una donna e un uomo, capaci di avere dentro di loro questa moltitudine di voci, voci che escono con l’urgenza di chi non riesce a tenere nell’anima tanta materia di memoria. Le voci si alternano tra loro, cambiano di ritmo, di timbro, di volume, di intensità, ogni volta identificandosi profondamente col personaggio a cui la voce appartiene. A volte monologano, a volte narrano, a volte dialogano.
Ogni personaggio è supportato da una scrittura diversa per andamento e drammaturgia, e la sua breve storia di vita si dipana ogni volta grazie ad una diversa interpretazione. La musica lega una all’altra le voci dei personaggi, o le separa isolandole, o ancora si dispiega in passaggi più ampi.
Immagino un teatro essenziale, asciutto, potente nelle parole e nella capacità attorale di interpretarle, al servizio della francescana potenza del dire. Marco Baliani

 

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L’iniziativa è realizzata nell’ambito del programma commemorativo dell’80esimo anniversario del rastrellamento degli ebrei da Roma del 16 ottobre 1943 promosso da Roma Capitale con il contributo del Ministero dell’Interno in collaborazione con la Comunità Ebraica di Roma e la Fondazione Museo della Shoah.

 

 


 

 

 

                                                                    

 

 

 

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IL COSIDDETTO PASSAPORTO NANSEN https://www.marcobaliani.it/il-cosiddetto-passaporto-nansen/ https://www.marcobaliani.it/il-cosiddetto-passaporto-nansen/#respond Thu, 22 Mar 2018 21:01:32 +0000 http://www.marcobaliani.it/?p=2328 Roma, Teatro Argentina, Sala Squarzina,

 

Marco Baliani

racconta

con Paolo Di Paolo, Igiaba Scego e Dario Pontuale 

IL COSIDDETTO PASSAPORTO NANSEN. Da Chagall a Nabokov, una storia di frontiere, di rifugiati, di apolidi

In occasione del lancio della nuova rivista Passaporto Nansen un grande attore e regista si interroga sul tema dei confini a partire dalla curiosa vicenda di uno speciale documento di viaggio che, tra gli anni ‘20 e ‘40 del Novecento, permise l’emigrazione a migliaia di apolidi e rifugiati.


Presentano la rivista Massimiliano Timpano e Angelo Deiana.
Intervengono:
Simona Zecchi, Graziella Pulce, Michela Monferrini, Simone Nebbia, Andrea Comincini, Enzo Di Brango, Angelo Fàvaro, Carlo Vignapiano 

letture di Francesca Gatto

Verde “acquamarina”. Così Vladimir Nabokov definiva il colore del passaporto Nansen, da lui citato in quasi tutte le sue opere, da Pnin a Parla, ricordo, da Disperazione (dove un personaggio lo definisce “non un serio passaporto tedesco…”) a certi racconti, sino ad arrivare a Lolita, a una frase la cui ironia dice qualcosa di più: «Aveva un passaporto Nansen, o meglio nonsense».
Lui, Fridtjof Nansen, norvegese, padre di questo documento nato per proteggere gli apolidi e i rifugiati, si era mosso in libertà per il mondo: scienziato, addirittura esploratore, aveva attraversato – primo nella storia – la Groenlandia con gli sci ai piedi. Da questa incredibile storia del “cosiddetto Passaporto Nansen”, Marco Baliani – in dialogo con Igiaba Scego e Paolo Di Paolo – racconterà il nostro tempo di confini, frontiere, passaporti. Interrogandosi e interrogandoci sul futuro di muri che non smettiamo di costruire.
L’occasione è la nascita di una rivista letteraria che ha scelto proprio il nome Passaporto Nansen. I direttori e collaboratori, da Dario Pontuale a Andrea Comincini, da Simona Zecchi a Graziella Pulce, la presenteranno al pubblico, affrontando anche il tema di una sezione che muove da un interrogativo di Pier Paolo Pasolini: “Che cos’è un vuoto letterario?”.

ingresso libero

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OGNI VOLTA CHE SI RACCONTA UNA STORIA – IL READING https://www.marcobaliani.it/ogni-volta-che-si-racconta-una-storia-il-reading/ https://www.marcobaliani.it/ogni-volta-che-si-racconta-una-storia-il-reading/#respond Wed, 01 Nov 2017 12:59:20 +0000 http://www.marcobaliani.it/?p=2079

 

“Ogni volta che si racconta si fa rivivere un’antica esperienza. Ogni volta ci ritroviamo ad abitare nel fondo oscuro delle caverne delle origini, quando qualcuno cominciò a danzare una storia davanti al fuoco, aggiungendoci ritmi e suoni che uscivano dalla bocca e si facevano parola. Ogni volta che si racconta una storia, si ritorna dentro quella spelonca, aggrappati, tutti insieme, a quella voce che ci riempie di uno stupore conosciuto, quello del ritrovamento.

Le storie che hanno abitato la mia esistenza hanno sempre preso scorciatoie imprevedibili, a volte mi sono sfuggite, a volte si sono slabbrate, spesso le ho inseguite, proprio come la mia voce che mentre le raccontava, subito si perdeva nell’aria.

È proprio questa sottile mutevolezza di una voce che racconta  il cuore intorno cui ruota questa raccolta di “pensieri affabulanti”.

Attraverso un dipanarsi  di letture tratte dal libro, di narrazioni,  ricordi, riflessioni , vorrei offrire agli ascoltatori una mappa di esperienze fondate  sull’oralità, su quella particolare forma di comunicazione che è la voce del narratore.

Marco Baliani

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SOLO ET PENSOSO https://www.marcobaliani.it/solo-et-pensoso/ https://www.marcobaliani.it/solo-et-pensoso/#respond Fri, 23 Sep 2016 06:01:52 +0000 http://www.marcobaliani.it/?p=1025

 

 

27 settembre 2016, Arquà Petrarca (PD)

Marco Baliani legge Petrarca.

Non un semplice reading ma una vera e propria narrazione sui temi della solitudine, dell’amore e della creazione artistica.

L’evento è organizzato dall’Ente Nazionale Francesco Petrarca, con il patrocinio dell’Università di Padova.

 

Ingresso libero fino ad esaurimento dei posti disponibili.

 

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DEL CORAGGIO SILENZIOSO https://www.marcobaliani.it/del-coraggio-silenzioso/ https://www.marcobaliani.it/del-coraggio-silenzioso/#respond Mon, 08 Aug 2016 21:50:17 +0000 http://www.marcobaliani.it/?p=847

di e con Marco Baliani

collaborazione alla drammaturgia Ilenia Carrone

con musiche eseguite dal vivo

produzione Comune di BergamoTeatro DonizettiCasa degli Alfieri


Di solito si associa alla parola “coraggio”, un’azione eclatante, dettata da un’urgenza impellente, un’azione che sfida la morte e se ne appropria, mostrando una luminosa presenza dell’umano.

È il coraggio “numinoso”, visibile, mostrato, che accade in condizioni estreme, e che diviene poi epos, racconto, esempio.

Ma c’è un altro tipo di coraggio, silenzioso e non appariscente, ed è di questa declinazione della parola Coraggio che questo spettacolo vuole dire.

Il coraggio silenzioso agisce nell’essere umano quasi inaspettatamente, non presuppone una tempra guerriera, non si staglia sulla scena per mostrarsi nella luce, non si aspetta ricompensa, neppure quella, postuma, del racconto esaltante.

Questo coraggio agisce in forma sottomessa, agisce anch’esso per un’urgenza ineludibile, ma non pretende riconoscenza, non attende un ringraziamento, colui o colei che lo attuano lo fanno per necessità, una necessità che ha a che fare con la profondità dell’umano che è in noi, a cui è perfino difficile dare una spiegazione. Parole come compassione, solidarietà, altruismo, amore, carità, bontà, cercano di circoscrivere il mistero umano di quell’atto ma più che altro ne delimitano solo il valore empatico, perché non ci sono parole che spiegano come quell’impulso ad agire, nonostante tutto, avvenga in individui che di colpo “sentono” di dover compiere un gesto per loro improvvisamente “necessario”.

Antigone che, nonostante il divieto della legge di Creonte, va a seppellire il corpo del fratello, pagando con la morte questa trasgressione, è l’esempio archetipico di questa forma di coraggio. “Ci sono leggi non scritte, inviolabili, che esistono da sempre, e nessuno sa dove attinsero splendore”.

È questo splendore di cui parla Antigone quello che vado cercando in questo spettacolo, quel nocciolo luminoso che trasforma un’esistenza intera in un atto esemplare, ma silenzioso, luminoso ma vissuto nell’ombra, nel pudore, nella pura necessità del dover agire.

Andrò alla ricerca di cinque narrazioni, cinque situazioni estreme, ove far illuminare cinque esistenze, che, grazie al racconto, divengono, in quel luogo effimero e potente che è la scena teatrale, cinque testimonianze di taciturno coraggio.

Una struttura drammaturgica semplice, parole e musica che si intrecciano per restituire la semplicità scandalosa di quegli umani atti di coraggio silenzioso.

Marco Baliani

Del Coraggio Silenzioso ha debuttato il 26 agosto 2016 a Bergamo, nella Cattedrale di Sant’Alessandro, con le musiche composte da Mauro Montalbetti ed eseguite dal vivo dal Trio Hegel.

Da allora il reading è stato presentato in diverse occasioni e va cambiando sempre, avvalendosi di nuove anime sonore e sempre diverse ambientazioni. Tra i musicisti che hanno accompagnato questo reading: Mirko Lodedo, Fabio D’Onofrio, Max De Aloe.

RASSEGNA STAMPA

Che teatro che fa / La Repubblica Roma


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